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giovedì 31 maggio 2012

Critiche al censimento in BiH

Questo articolo è stato originariamente pubblicato su Osservatorio Balcani e Caucaso


Manca ancora un anno al tanto atteso censimento in Bosnia Erzegovina ma le polemiche sono già iniziate.
La Bosnia Erzegovina è l’unico Paese dell’intera regione balcanica che ancora non sa quanti siano i suoi abitanti. L’ultimo censimento tenutosi in BiH risale infatti al 1991. E c’è grande attesa per quello del 2013 dal quale uscirà un quadro della popolazione ben diverso da quello precedente la guerra.
Nazionalità, religione, lingua, rischiano però di essere strumenti di controllo e discriminazione. E le Ong bosniache si sono già attivate per denunciare evidenti elementi di discriminazione contenuti nel formulario e nella procedura di svolgimento del censimento.
In particolare le critiche sono rivolte alle domande 23, 24 e 25 in cui viene chiesto di indicare l’appartenenza etnico/nazionale, quella religiosa e infine la lingua materna. Se alle prime due si può anche non rispondere (o meglio si deve rispondere dichiarando di non volersi esprimere) a quella sulla lingua materna la risposta è d’obbligo, senza possibilità di indicarne più d'una. Parli bosniaco, croato, serbo o altro?
Fonti: www.radiosarajevo.ba

mercoledì 30 maggio 2012

Invito


Ricevo da Azra questa informazione importante
Saluti Mario


Vi invito a unirsi ad appello di solidarietà globale con le vittime di crimini di massa nella città bosniaca Prijedor, nel 1992. L'associazione delle vittime ci invita di mettere - il prossimo 31 maggio - un nastro bianco come il segno di supporto. Nel 1992, a Prijedor le autorità serbe avevano ordinato ai non-serbi di segnalare le loro case con le bandiere bianche, e quando lasciavano la casa di mettere il nastro bianco sulle maniche. Questo fu l'inizio di una campagna di persecuzione, seguita da esecuzioni di massa, campi di concentramento, stupri e altri reati.  A Prijedor sono statti uccisi 3173 civili, tra cui 102 bambini e 256 donne. Ai campi di concentramento Keraterm, Omarska e Trnopolje furono chiuse o arrestate 31.000 persone. In fine 53.000 i non serbi sono catturati, umiliati ed espulsi. Tutto bene religioso, culturale ed economico di bosniaci e croati nel comune di Prijedor è stato e distrutto. Oggi il sindaco Marko Pavic, e le autorità serbe di Prijedor, hanno esplicitamente vietato alle vittime della campagna di sterminio commemorare la sofferenza in qualsiasi spazio pubblico della città. La società "Acelor Mittal" che ora possiede il sito su cui c'era il famigerato campo di Omarska, non consente ai sopravvissuti di rendere omaggio né di erigere il monumento alle vittime che sono state uccise o chiuse nel campo di concentramento.


I invite you to join a global appeal for solidarity with the victims of mass crimes in the Bosnian town of Prijedor in 1992. The association of the victims invites us to put - on 31 May - a white ribbon as a sign of support. In 1992, the Serb authorities in Prijedor had been ordered to non-Serbs to mark their homes with white flag, and when leaving the house to put the white ribbon on the sleeves. This was the beginning of a campaign of persecution, followed by mass executions, concentration camps, rapes and other crimes. In Prijedor during the war 3173 civilians was killed, including 102 children and 256 women. In concentration camps Keraterm, Omarska and Trnopolje were closed 31,000 people. In the end some 53,000 non-Serbs were captured, humiliated and expelled. All religious, cultural and economic goods of Bosnian Muslim and Croats in the Prijedor municipality were destroyed. Today the Mayor of Prijedor Marko Pavic, and the local Serbs authorities, have explicitly prohibited to the victims of the extermination campaign, to commemorate in any public area of the city. The company "Arcelor Mittal" which now owns the site, on which there was the notorious Omarska concentration camp, does not allow to survivors to honor nor to erect the monument to the victims who were killed or confined in concentration camps.




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Mario Fiorin


venerdì 25 maggio 2012

NON prendete Paura siamo sempre Noi AVIP onlus

Per un problema Tacnico la Visualizzazione del Blog è cambiata.
Vedrò di ripristinarla prima Possibile.
Ciao Michele

28/05/2012 Ora Mi sembra a posto.
Ciao A tutti
Michele

Bosnia Erzegovina: disabilità ed esclusione sociale

Pochi servizi e distribuiti in modo disomogeneo. La situazione dei disabili in Bosnia Erzegovina è molto difficile. E i pochi progetti esistenti dipendono ancora molto dai donatori internazionali. Un'intervista a Suad Zahirović, operatore nel campo della disabilità.
LEGGI TUTTO.su Osservatorio Balcani e Caucaso

mercoledì 23 maggio 2012

Presentazione del libro di AZRA NUHEFENDIC

Jugoslavia, vent'anni da ex - La questione balcanica nell’attualità europea
LE STELLE CHE STANNO GIÙ
Diciotto cronache, in gran parte inedite, da una
delle più autorevoli giornaliste bosniache,
nell'intento di narrare pezzi di vita di un Paese
scomparso (la Jugoslavia) e di un Paese che presto
potrebbe scomparire (la Bosnia Erzegovina).
Incontro con l'autrice
AZRA NUHEFENDIC

Venerdì 25 maggio
ore 18.00 - Padova - La Feltrinelli, Via S. Francesco
7
Interviene Gianna Tirondola

ore 21.00 - Cadoneghe - Sala Consiglio Comunale, P.zza Insurrezione 1
Intervengono:
Giovanni Petrina, Assessore alla Cultura del Comune di Cadoneghe
Mario Fiorin, Comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace
Bruno Maran, fotoreporter di "Stampa Alternativa"

Ingresso libero
ACS - Associazione di Cooperazione e Solidarietà • Associazione per la Pace • Associazione Mimosa •
ARCI • Beati i Costruttori di Pace • Comitato di Sostegno alle Forze ed Iniziative di Pace • Donne in
Nero • Gruppo Controluce • Associazione per i Beni Comuni
in collaborazione con LaFeltrinelli Padova, Comune di Cadoneghe, Festa dei Popoli

Invito seminario OBC: 01 giugno - Le mani in terra. Cooperazione e sviluppo rurale nei Balcani

Da parte di Mario Fiorin e Leonardo Barattin





Le mani in terra. Cooperazione e sviluppo rurale nei Balcani
Sala conferenze, Palazzo Grandi Stazioni, Fondamenta S. Lucia 23, Cannaregio | Venezia
01 giugno 2012
Organizzato
da: Osservatorio Balcani e Caucaso; in collaborazione con Direzione Relazioni Internazionali della Regione Veneto e UNESCO Venezia, nell'ambito del programma Programma SeeNet II
La cooperazione internazionale sperimenta pratiche innovative per stimolare processi di sviluppo sostenibile fondati sulle risorse locali, sulle relazioni sociali, sui saperi tradizionali e sulla ricchezza dei territori.
Nelle aree rurali dei Balcani, nonostante la fragilità delle istituzioni, l'insufficienza delle infrastrutture, lo scarso capitale umano e finanziario dedicato al settore primario, si fanno strada alcune avanguardie: tra queste, l'agricoltura biologica.
Dalla terra, una prospettiva originale per guardare alla cooperazione internazionale, alle trasformazioni dei Balcani e al loro processo di integrazione europea. 
Intervengono
-
Diego Vecchiato, Direzione Relazioni internazionali, Regione Veneto
-
Matteo Vittuari, Università di Bologna, autore di "Balcani Bio" (OBC, 2011)
- Mario Scalet, Ufficio Regionale per la scienza e la cultura - UNESCO, Venezia
-
Anna Brusarosco, Università di Padova, corrispondente OBC
Modera
Francesca Vanoni, Osservatorio Balcani e Caucaso




giovedì 17 maggio 2012

Olimpiadi&Bosnia: l'ombra dell'Orbit su Omarska

La ArcelorMittal, leader mondiale dell'acciaio, ha consegnato a Londra il simbolo delle prossime Olimpiadi, la gigantesca torre Orbit. In Bosnia, però, l'azienda nega il diritto a ricordare il campo di concentramento di Omarska, in funzionamento nel 1992 in una miniera ora di sua proprietà

Questo articolo è stato originariamente pubblicato nel Balkan Insight's Balkan Transitional Justice, programma regionale del Balkan Investigative Reporting Network (BIRN).

Leggi l'articolo completo

domenica 13 maggio 2012

Presentazione all around the world


Cari amici,
il 4 ottobre, davanti al capitello della Madonna del Voto di Pontelongo (il mio amato paese natale), partirà il ALL AROUND THE WORLD, il mio giro del mondo in moto in solitaria: 1 moto, 5 continenti, 41 paesi, 330 giorni, 100.000 km.
Ho avuto il grande onore di essere invitato alla Fiera di Padova (Padiglione 8, stand B 51, Passione Avventura) per parlare del mio ultimo viaggio in America Centrale (El Mundo Maya 2010) ma soprattutto per presentare questa nuova, grande, fantastica "avventura" che mi impegnerà fino a tutto agosto 2013.
Ecco, in questa occasione così importante, sarebbe per me gratificante averVi vicini: Vi invito quindi tutti MERCOLEDI 16 MAGGIO alle ore 20.45 ad essere presenti e partecipi di questo mio sogno lungo un anno.
Se poi sarete così gentili da estendere l'invito anche ai Vs. amici e conoscenti Vi sarò ancora più riconoscente (è mercoledi sera e non credo ci sarà tanta gente che visiterà la Fiera; almeno avere un pò di amici accanto riscalderà l'ambiente e mi farà sentire meno solo).
Vi aspetto quindi e ......GRAZIE DI CUORE.
Ciao ciao.
Maurizio Pistore

p.s. se volete saperne di più sull' ALL AROUND THE WORLD andate su www.motorbiketeam.com









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Mario Fiorin


venerdì 4 maggio 2012

Scegliere il giusto nella ex Jugoslavia in guerra

Dal sito "NON SOLO CINEMA"

Scegliere il giusto nella ex Jugoslavia in guerra: intervista a Marco Cortesi di Marianna Sassano

Una chiacchierata su "La scelta - E tu cosa avresti fatto?"

Balcani, 1991 - 1995. Ci sono cinque storie, che sono cinque scelte.
La prima: un autista, mentre Milošević ordina la strage di Srebrenica, salva tutti i suoi passeggeri e li porta a Tuzla, rischiando ad ogni posto di blocco la sua stessa vita. La seconda: un uomo sceglie di aiutare una madre a recuperare suo figlio a Zenica, da più di un anno lontano dalla famiglia, con una guerra in corso e una frontiera nemica, per lui mortale, da attraversare. La terza: un medico rimane a Mostar a curare i feriti di guerra, nonostante la città sia ormai quasi deserta; e quando la pulizia etnica entra anche nel suo condominio, riceve proprio da un “nemico di etnia” la mano necessaria a salvarsi. La quarta: i soldati stanno arrivando, stanno facendo pulizia delle etnie non gradite in città. Nel quartiere è rimasta solo una famiglia “non gradita”, una famiglia paralizzata dalla paura che ora non è più in grado di capire cosa fare. E allora interviene una vicina di casa, la “nemica”, secondo un certo potere: consegna loro i suoi risparmi, li fa scappare, li sprona. E così, li salva. La quinta: un soldato riceve da una vecchia un passaporto che lo obbligherebbe, secondo le regole della guerra etnica, a fucilarla immediatamente. E invece la copre e, col suo tradimento all’esercito, la salva. Cinque storie tutte vere, cinque storie che testimoniano la possibilità di una scelta diversa dall’odio interetnico in quel bagno di terrore che furono i Balcani della guerra civile degli anni ’90. Marco Cortesi e Mara Moschini le raccontano nello spettacolo La scelta - E tu cosa avresti fatto?, andato in scena nel patronato di San Bellino all’Arcella, a Padova, in una serata organizzata dal Gruppo Agesci Padova 12. Sostenuto da Amnesty International e dalla Rai - Segretariato Sociale, La Scelta, da novembre 2011, ha già fatto 88 repliche, e tutte senza alcun compenso per gli autori se non quelli derivanti dalle offerte libere del pubblico. Uno spettacolo a tutti gli effetti militante, che diventerà il prossimo anno un dvd e un libro. Ne parliamo con Marco Cortesi, che già aveva affrontato sul palcoscenico il tema della guerra dei Balcani nel monologo Le donne di Pola, replicato ben 348 volte.   Continua